Rischio Idrogeologico
L’idrogeologia è la disciplina delle scienze geologiche che studia le acque sotterranee, anche in rapporto alle acque superficiali. Nell’accezione comune, il termine dissesto idrogeologico viene invece usato per definire i fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee. Le manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici sono frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe.
Nel sistema di allertamento il rischio è differenziato e definito come:
Il rischio idrogeologico, che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della la rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane.
In Italia il dissesto idrogeologico è diffuso in modo capillare e rappresenta un problema di notevole importanza.
Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio ai dissesti idrogeologici, rientra la sua conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia (distribuzione dei rilievi) complessa e bacini idrografici generalmente di piccole dimensioni, che sono quindi caratterizzati da tempi di risposta alle precipitazioni estremamente rapidi. Il tempo che intercorre tra l’inizio della pioggia e il manifestarsi della piena nel corso d’acqua può essere dunque molto breve. Eventi meteorologici localizzati e intensi combinati con queste caratteristiche del territorio possono dare luogo dunque a fenomeni violenti caratterizzati da cinematiche anche molto rapide (colate di fango e flash floods).
Il rischio idrogeologico è inoltre fortemente condizionato anche dall’azione dell’uomo. La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano e aumentato l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio stesso.
La frequenza di episodi di dissesto idrogeologico, che hanno spesso causato la perdita di vite umane e ingenti danni ai beni, impongono una politica di previsione e prevenzione non più incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ma sull’individuazione delle condizioni di rischio e sull’adozione di interventi per la sua riduzione.
Provvedimenti normativi hanno imposto la perimetrazione delle aree a rischio, e si è sviluppato inoltre un sistema di allertamento e sorveglianza dei fenomeni che, assieme a un’adeguata pianificazione comunale di protezione civile rappresenta una risorsa fondamentale per la mitigazione del rischio, dove non si possa intervenire con misure strutturali.
Cosa fare durante un possibile fenomeno Alluvionale
In riferimento alle direttive emanata dal DRPC per la redazione di piani di protezione civile si danno alcune informazioni essenziali per i comportamenti da mantenere nel caso si verifichino fenomeni metereologici intensi tali da prefigurare un fenomeno alluvione.
Strade cittadine
Sebbene il deflusso lungo le strade non possa essere annoverato tra le piene in senso stretto, la realtà e l'esperienza impongono di dover considerare anche questa fenomenologia quale un evento calamitoso: la carenza di manutenzione degli impianti di smaltimento delle acque superficiali lungo le strade, l'elevata velocità dei deflussi dovuta alle pendenze sostenute di molti centri urbani, la trasformazione in strade di alvei torrentizi sono elementi che comportano rischi molto elevati per la comunità in occasione di piogge intense.
Uno dei fenomeni più diffusi durante i nubifragi che colpiscono i centri abitati è quello del trasporto lungo le strade di mezzi, cassonetti e oggetti vari ad opera della corrente; tale circostanza provoca, quanto meno, il rigurgito delle acque qualora gli oggetti si accumulino in presenza di un ostacolo. Oltre al danno agli oggetti stessi, i rigurgiti e i vortici possono aggravare gli effetti della calamità. In questi casi si raccomanda:
- di non transitare a piedi o con i mezzi a due ruote;
- di allontanarsi per tempo se la propria abitazione è dotata solo di pian terreno;
- di non sostare all’interno di piani cantinati e di staccare gli impianti elettrici nel momento in cui ci si allontana;
- non far stazionare auto o beni in prossimità di muri che potrebbero crollare per effetto delle spinte da tergo causate dalle acque.
Nodi critici quali: gli attraversamenti stradali in corrispondenza di corsi d’acqua
Le intersezioni tra corso d'acqua e le sedi infrastrutturali sono punti vulnerabili in quanto, in genere, in corrispondenza dell'attraversamento possono esserci depositi che limitano la sezione di deflusso, in questo caso, le acque di piena possono sormontare la sovrastruttura e riversarsi nelle aree limitrofe, l'estensione dell'esondazione è funzione della morfologia dei luoghi (alveo più o meno incassato, pendenza più o meno sostenuta) e della durata e intensità delle precipitazioni. Se la situazione evolve verso condizioni di criticità elevata evitare il transito veicolare o pedonale allontanarsi velocemente ed avvisare le autorità.
Dissesti di versante e le azioni di mitigazione del rischio
È possibile che, a causa di piogge molto intense, si verifichino lungo pareti e scarpate di roccia e affioramenti rocciosi che abbiano alla base pendii in terra più o meno acclivi, il distacco di massi di varia pezzatura che possono assumere dimensioni ragguardevoli. Nel caso di fenomeni particolarmente intensi si raccomanda di non sostare per la abitazioni esposte dal lato del versante montuoso.
NORME COMPORTAMENTALI AREE A RISCHIO FRANA
Oltre quanto già specificato nel caso di abitazioni realizzate a ridosso di pareti rocciose o che comunque rientrano tra le strutture censite “R4” dal PAI per caduta massi, occorre tenere alcuni comportamenti virtuosi che possano far diminuire drasticamente il rischio per l’incolumità delle persone pur non potendo contestualmente salvaguardare i manufatti:
- non utilizzare come camere da letto le stanze esposte nel lato del versante di monte;
- in caso di rumore violento proveniente da monte solitamente si hanno a disposizione diversi secondi utili per mettersi al riparo, pertanto:
-se si è all’aperto: mettersi al sicuro dietro pareti che possano proteggere dalle schegge provocate dall’impatto col suolo dell’elemento in fase di crollo;
-se si è in casa: allontanarsi dalle stanze di monte per rifugiarsi nelle stanze lato valle maggiormente protette.
- Alla presenza di eventi pluviometrici intensi accompagnati da fulmini ed elevata ventosità, si consiglia di abbandonare i vani a ridosso del costone roccioso e a non transitare nei terrazzi, balconi ed aree esterne prospicienti il versante roccioso;
- In ogni caso al manifestarsi di ogni evento che potrebbe essere valutato come di presagio per un incipiente crollo mettersi al riparo e possibilmente abbandonare la zona, dando avviso alle autorità preposte.